Una pianta officinale è un organismo vegetale, usato nelle officine farmaceutiche per la produzione di specialità medicinali.Sono considerate piante officinali piante medicinali, aromatiche e da profumo inserite negli elenchi specifici e nelle Farmacopee dei singoli paesi. Il numero ed il tipo di piante officinali varia da paese a paese a seconda delle differenti tradizioni. Il più comune utilizzo di piante officinali è quello di correttori del gusto: molti farmaci o preparati farmaceutici hanno originariamente un gusto sgradevole che quindi viene "corretto" con l'aggiunta di sostanze di origine vegetale. Le piante officinali, ad esempio, sono quelle usate per conferire ad uno sciroppo o a caramelle il gusto di fragola, arancia, limone, etc.
Nel linguaggio comune spesso si sovrappone l'uso dei termini pianta medicinale con pianta officinale, termini che legalmente indicano due diverse entità; il termine officinale è un termine più ampio ed esclusivamente procedurale, indica cioè quelle piante inserita all'interno di elenchi ufficiali come utilizzabili dalle officine farmaceutiche, a prescindere dal fatto che queste piante abbiano o meno proprietà di tipo medicinale. Il termine pianta medicinale indica invece quelle piante che contengono sostanze utilizzabili direttamente a scopo terapeutico o come precursori in emisintesi che portino a sostanze attive. È quindi chiaro che una pianta può essere officinale in un paese e non in un altro, a seconda delle regolamentazioni, ma essa sarà una pianta medicinale a prescindere dalle leggi.
mercoledì 28 febbraio 2007
Elenco delle piante officinali spontanee soggette alle disposizioni della legge 6 gennaio 1931 n. 99.
Questo elenco è stato indicato con il Regio Decreto n. 772, 26 maggio 1932 Elenco delle piante dichiarate officinali
Nome volgare della pianta Nome botanico Parti usate
Aconito Aconitum napellus foglie e radici
Adonidi Adonis sepc.var. piante intere
Angelica Angelica archangelica semi e radici
Arnica Arnica montana fiori e radici
Artemisia Artemisia vulgaris foglie, fiori, radici
Assenzio gentile Artemisia pontica parti aeree
Assenzio maggiore Artemisia absinthium parti aeree
Assenzio pontico alpino Artemisia vallesia parti aeree
Assenzio romano V. Assenzio maggiore parti aeree
Bardana Lappa major radici
Belladonna Atropa belladonna foglie
Brionia Bryonia dioica radici
Calamo aromatico Acorus calamus radici
Camomilla comune Matricaria chamomilla fiori
Cardosanto Carbenia benedicta parti aeree
Centaurea minore Erytraea Centaurium erba fiorita
Cicuta maggiore Conium maculatum foglie
Colchico Colchicum autumnale bulbi e semi
Coloquintide Citrullus colocynthis frutti
Digitale Digitalis purpurea foglie
Dulcamara Solanum dulcamara stipiti
Elleboro Veratrum album radici
Enula campana Inula Helenium radici
Erba rota Achillea herba-rota parti aeree
Farfara Tussilago farfara fiori
Fellandrio Oenanthe phellandrium semi
Frangula Rhamnus frangula corteccia del fusto
Frassino da mann Fraxinus spec. var. Manna
Genepi Artemisia mutellina parti aeree
Artemisia spicata parti aeree
Artemisia glacialis parti aeree
Artemisia nana parti aeree
Genziana Gentiana lutea radici
Giusquiamo Hyosciamus niger foglie
Imperatoria Peucedanum ostruthium radici
Issopo Hyssopus officinalis radici
Iva Achillea moscata Parti aeree
Lavanda vera Lavandula angustifolia (L. officinalis) sommità fiorite
Lavanda spigo Lavandula latifolia sommità fiorite
Licopodio Lycopodium clavatum spore
Limonella Dictamnus albus sommità fiorite
Liquirizia Glycyrrhiza glabra radici
Melissa Melissa officinalis foglie e sommità fiorite
Pino mugo Pinus pumilio rametti
Psillio Plantago psyllium semi
Polio montano Teucrium montanum parti aeree
Sabina Juniperus sabina rametti
Saponaria Saponaria officinalis foglie e radici
Scilla marittima Urginea maritima bulbi
Spincervino Rhamnus cathartica frutti
Stafisagria Delphinium staphysagria semi
Stramonio Datura stramonium foglie
Tanaceto Tanacetum vulgare fiori
Tarassaco Taraxacum officinale radici
Tiglio Tilia sp. fiori
Timo Thimus vulgaris erba fiorita
Valeriana Valeriana officinalis radici
Questo elenco è stato indicato con il Regio Decreto n. 772, 26 maggio 1932 Elenco delle piante dichiarate officinali
Nome volgare della pianta Nome botanico Parti usate
Aconito Aconitum napellus foglie e radici
Adonidi Adonis sepc.var. piante intere
Angelica Angelica archangelica semi e radici
Arnica Arnica montana fiori e radici
Artemisia Artemisia vulgaris foglie, fiori, radici
Assenzio gentile Artemisia pontica parti aeree
Assenzio maggiore Artemisia absinthium parti aeree
Assenzio pontico alpino Artemisia vallesia parti aeree
Assenzio romano V. Assenzio maggiore parti aeree
Bardana Lappa major radici
Belladonna Atropa belladonna foglie
Brionia Bryonia dioica radici
Calamo aromatico Acorus calamus radici
Camomilla comune Matricaria chamomilla fiori
Cardosanto Carbenia benedicta parti aeree
Centaurea minore Erytraea Centaurium erba fiorita
Cicuta maggiore Conium maculatum foglie
Colchico Colchicum autumnale bulbi e semi
Coloquintide Citrullus colocynthis frutti
Digitale Digitalis purpurea foglie
Dulcamara Solanum dulcamara stipiti
Elleboro Veratrum album radici
Enula campana Inula Helenium radici
Erba rota Achillea herba-rota parti aeree
Farfara Tussilago farfara fiori
Fellandrio Oenanthe phellandrium semi
Frangula Rhamnus frangula corteccia del fusto
Frassino da mann Fraxinus spec. var. Manna
Genepi Artemisia mutellina parti aeree
Artemisia spicata parti aeree
Artemisia glacialis parti aeree
Artemisia nana parti aeree
Genziana Gentiana lutea radici
Giusquiamo Hyosciamus niger foglie
Imperatoria Peucedanum ostruthium radici
Issopo Hyssopus officinalis radici
Iva Achillea moscata Parti aeree
Lavanda vera Lavandula angustifolia (L. officinalis) sommità fiorite
Lavanda spigo Lavandula latifolia sommità fiorite
Licopodio Lycopodium clavatum spore
Limonella Dictamnus albus sommità fiorite
Liquirizia Glycyrrhiza glabra radici
Melissa Melissa officinalis foglie e sommità fiorite
Pino mugo Pinus pumilio rametti
Psillio Plantago psyllium semi
Polio montano Teucrium montanum parti aeree
Sabina Juniperus sabina rametti
Saponaria Saponaria officinalis foglie e radici
Scilla marittima Urginea maritima bulbi
Spincervino Rhamnus cathartica frutti
Stafisagria Delphinium staphysagria semi
Stramonio Datura stramonium foglie
Tanaceto Tanacetum vulgare fiori
Tarassaco Taraxacum officinale radici
Tiglio Tilia sp. fiori
Timo Thimus vulgaris erba fiorita
Valeriana Valeriana officinalis radici
Legislazione
Leggi che regolano la raccolta e la produzione delle piante officinali
Legge 6 Gennaio 1931 n. 99
Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali
R.D. 19 Novembre 1931 n. 1973
Regolamento per l'applicazione della legge 6 Gennaio 1931 n. 99
R.D. 26 Maggio 1932 n. 772
Elenco delle piante dichiarate officinali
Legge 30 Ottobre 1940 n. 1724
Disciplina della raccolta e della vendita della camomilla
Legge 9 Ottobre 1942 n. 1421
Disciplina della raccolta e della vendita della camomilla
Circolare del 8 Gennaio 1981 n. 1 (Circolare Aniasi)
Ministero della Sanità
Legge 6 Gennaio 1931 n. 99
Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali
R.D. 19 Novembre 1931 n. 1973
Regolamento per l'applicazione della legge 6 Gennaio 1931 n. 99
R.D. 26 Maggio 1932 n. 772
Elenco delle piante dichiarate officinali
Legge 30 Ottobre 1940 n. 1724
Disciplina della raccolta e della vendita della camomilla
Legge 9 Ottobre 1942 n. 1421
Disciplina della raccolta e della vendita della camomilla
Circolare del 8 Gennaio 1981 n. 1 (Circolare Aniasi)
Ministero della Sanità
Informazioni tecniche
Informazioni tecniche
Sementi di piante officinali:
dove trovarle?
Piantine di piante officinali:
dove trovarle?
Macchine per la lavorazione delle piante officinali:
Dove trovarle ?
Codice di buona pratica agricola biologica
Realizzazione del metodo H.A.C.C.P.
Sementi di piante officinali:
dove trovarle?
Piantine di piante officinali:
dove trovarle?
Macchine per la lavorazione delle piante officinali:
Dove trovarle ?
Codice di buona pratica agricola biologica
Realizzazione del metodo H.A.C.C.P.
Rosmarino
Rosmarinus officinalis
Ros marinus significa rugiada marina, forse proprio perché i litorali marini costituiscono il miglior habitat per queste piante, officinalis perché è sempre stata un'erba utilizzata nelle antiche farmacie.
Descrizione E' un arbusto sempreverde, molto ramificato appartenete alla famiglia delle Labiate. Il fusto è legnoso; le foglie piccole, sottile e opposte, a forma di lancia con la parte inferiore color verde-grigio e quella superiore quasi argentea. I fiori sono raccolti in spighette terminali, racchiusi in corolle di colore azzurro o biancastro. Il frutto è una piccola capsula.
Un po' di storia I Romani fecero del rosmarino il simbolo dell'amore e della morte, Orazio infatti diceva: " Se vuoi guadagnarti la stima dei morti, porta loro corone di rosmarino e di mirto". Tuttavia non risulta che fosse utilizzato per condire i cibi. Si usava per aromatizzare il vino, che veniva appunto detto 'vino al rosmarino' e come è avvenuto per molte erbe è entrato nella cucina attraverso la via della medicina. Nel Trecento comunque già lo troviamo in uso e, come aroma, sembra essere molto utilizzato.
Uso in cucina In cucina è un'erba molto utilizzata per aromatizzare varie piatti e pietanze: arrosti, intingoli, piatti a base di patate, torte rustiche. Si usa nei patè di fegato, con l'agnello, il manzo, il coniglio, l'anatra e l'oca. Ottimo anche spolverizzato su pane e focacce. Comune nella cucina italiana ma di raro riscontro oltre confine.
Raccolta e conservazione Il rosmarino fiorisce da Marzo ad Ottobre, è largamente diffuso ma cresce spontaneamente lungo le coste del Mediterraneo preferendo posti ben soleggiati e con terreno sabbioso. Si usano le foglie, raccolte in piena estate e facendole essiccare rapidamente all'ombra. Si conservano poi in vasi di vetro. In erboristeria Vino aromatico contro l'esaurumento fisico:versate in un recipiente un lt di vino rosso di ottima qualità, aggiungendo 25 gr di foglie essiccate di rosmarino, 25 gr di foglie essiccate di salvia e 15 gr di miele. Scaldate il tutto a bagnomaria per 20 minuti, poi lasciate riposare fino al completo raffreddamento. Filtrate, versate in una bottiglia e prendetene un bicchierino a ogni pasto. Infuso per l'emicrania:fate macerare 30 gr di foglie di rosmarino in un lt di acqua bollente; filtrate e bevete durante la giornata.
Il segreto dello chef
I rametti di rosmarino vengono utilizzati per aromatizzare olio ed aceto con risultati eccellenti. La macerazione deve durare alcuni mesi
Ros marinus significa rugiada marina, forse proprio perché i litorali marini costituiscono il miglior habitat per queste piante, officinalis perché è sempre stata un'erba utilizzata nelle antiche farmacie.
Descrizione E' un arbusto sempreverde, molto ramificato appartenete alla famiglia delle Labiate. Il fusto è legnoso; le foglie piccole, sottile e opposte, a forma di lancia con la parte inferiore color verde-grigio e quella superiore quasi argentea. I fiori sono raccolti in spighette terminali, racchiusi in corolle di colore azzurro o biancastro. Il frutto è una piccola capsula.
Un po' di storia I Romani fecero del rosmarino il simbolo dell'amore e della morte, Orazio infatti diceva: " Se vuoi guadagnarti la stima dei morti, porta loro corone di rosmarino e di mirto". Tuttavia non risulta che fosse utilizzato per condire i cibi. Si usava per aromatizzare il vino, che veniva appunto detto 'vino al rosmarino' e come è avvenuto per molte erbe è entrato nella cucina attraverso la via della medicina. Nel Trecento comunque già lo troviamo in uso e, come aroma, sembra essere molto utilizzato.
Uso in cucina In cucina è un'erba molto utilizzata per aromatizzare varie piatti e pietanze: arrosti, intingoli, piatti a base di patate, torte rustiche. Si usa nei patè di fegato, con l'agnello, il manzo, il coniglio, l'anatra e l'oca. Ottimo anche spolverizzato su pane e focacce. Comune nella cucina italiana ma di raro riscontro oltre confine.
Raccolta e conservazione Il rosmarino fiorisce da Marzo ad Ottobre, è largamente diffuso ma cresce spontaneamente lungo le coste del Mediterraneo preferendo posti ben soleggiati e con terreno sabbioso. Si usano le foglie, raccolte in piena estate e facendole essiccare rapidamente all'ombra. Si conservano poi in vasi di vetro. In erboristeria Vino aromatico contro l'esaurumento fisico:versate in un recipiente un lt di vino rosso di ottima qualità, aggiungendo 25 gr di foglie essiccate di rosmarino, 25 gr di foglie essiccate di salvia e 15 gr di miele. Scaldate il tutto a bagnomaria per 20 minuti, poi lasciate riposare fino al completo raffreddamento. Filtrate, versate in una bottiglia e prendetene un bicchierino a ogni pasto. Infuso per l'emicrania:fate macerare 30 gr di foglie di rosmarino in un lt di acqua bollente; filtrate e bevete durante la giornata.
Il segreto dello chef
I rametti di rosmarino vengono utilizzati per aromatizzare olio ed aceto con risultati eccellenti. La macerazione deve durare alcuni mesi
Origano
Origanum vulgare
Origanum deriva dall'unione di due parole greche: oros e ganos. Oros significa "monte", ganos "bellezza vistosa". E' un'erba estremamente aromatica diffusa in tutta Europa ed in molte varietà, tuttavia solo nelle regioni meridionali riesce ad acquistare piena ricchezza di profumo e a farsi aroma perfetto.
Descrizione E' un arbusto perenne, appartenente alla famiglia delle Labiate. Il fusto è alto 40-80 cm ed è piuttosto peloso, si arrossa verso la punta. Le foglie sono piccole , ovali, con la base allargata ed il margine intero o interrotto da qualche dentello; sono profumatissime. I fiorellini sono rossastri, qualche volta sono chiari e sono riuniti a mazzetti. Il frutto è una capsula scura. Un po' di storia Noto fin dall'antichità, l'origano ha avuto buon impiego nella cucina romana. Il suo uso è continuato anche nei secoli successivi ma per lo più limitato alle regioni del Sud. In medicina veniva utilizzato grazie al suo profumo penetrante come disinfettante di ambienti durante le epidemie e bruciato in ampi bracieri insieme a timo e menta. La risalita dell'origano verso Nord è recente e, di fatto, coincide con la diffusione della pizza.
Uso in cucina Viene utilizzato per aromatizzare pietanze cotte o crude, formaggi, insalate di pomodori, pizze, per preservare il brodo, per conservare ortaggi sott'olio e sott'aceto, nelle salse e nei liquori digestivi.
Raccolta e conservazione La fioritura avviene da Giugno a Settembre. Si usa tutta la pianta ma soprattutto le sommità fiorite. Le pianticelle si raccolgono durante il periodo della fioritura e si fanno essiccare all'ombra, in un ambiente a calore normale. Si deve evitare il sole che disperderebbe l'efficacia dell'olio contenuto. Le piante devono poi essere battute per separare i fiori che si conservano in vasi di vetro.
In erboristeria Decotto contro il catarro bronchiale: versare 15 gr di sommità fiorite e foglie d'origano in mezzo lt d'acqua. Bollite per 5 minuti e poi filtrate.Decotto contro l'asma:ifate bollire per 10 minuti in un lt d'acqua 30 gr di sommità fiorite d'origano. Filtrate il liquido quando è tiepido, addolcitelo con il miele e bevetelo durante la giornata.
Il segreto dello chef :
Essiccato mantiene tutte le sue proprietà aromatiche ma va aggiunto a fine cottura.
Origanum deriva dall'unione di due parole greche: oros e ganos. Oros significa "monte", ganos "bellezza vistosa". E' un'erba estremamente aromatica diffusa in tutta Europa ed in molte varietà, tuttavia solo nelle regioni meridionali riesce ad acquistare piena ricchezza di profumo e a farsi aroma perfetto.
Descrizione E' un arbusto perenne, appartenente alla famiglia delle Labiate. Il fusto è alto 40-80 cm ed è piuttosto peloso, si arrossa verso la punta. Le foglie sono piccole , ovali, con la base allargata ed il margine intero o interrotto da qualche dentello; sono profumatissime. I fiorellini sono rossastri, qualche volta sono chiari e sono riuniti a mazzetti. Il frutto è una capsula scura. Un po' di storia Noto fin dall'antichità, l'origano ha avuto buon impiego nella cucina romana. Il suo uso è continuato anche nei secoli successivi ma per lo più limitato alle regioni del Sud. In medicina veniva utilizzato grazie al suo profumo penetrante come disinfettante di ambienti durante le epidemie e bruciato in ampi bracieri insieme a timo e menta. La risalita dell'origano verso Nord è recente e, di fatto, coincide con la diffusione della pizza.
Uso in cucina Viene utilizzato per aromatizzare pietanze cotte o crude, formaggi, insalate di pomodori, pizze, per preservare il brodo, per conservare ortaggi sott'olio e sott'aceto, nelle salse e nei liquori digestivi.
Raccolta e conservazione La fioritura avviene da Giugno a Settembre. Si usa tutta la pianta ma soprattutto le sommità fiorite. Le pianticelle si raccolgono durante il periodo della fioritura e si fanno essiccare all'ombra, in un ambiente a calore normale. Si deve evitare il sole che disperderebbe l'efficacia dell'olio contenuto. Le piante devono poi essere battute per separare i fiori che si conservano in vasi di vetro.
In erboristeria Decotto contro il catarro bronchiale: versare 15 gr di sommità fiorite e foglie d'origano in mezzo lt d'acqua. Bollite per 5 minuti e poi filtrate.Decotto contro l'asma:ifate bollire per 10 minuti in un lt d'acqua 30 gr di sommità fiorite d'origano. Filtrate il liquido quando è tiepido, addolcitelo con il miele e bevetelo durante la giornata.
Il segreto dello chef :
Essiccato mantiene tutte le sue proprietà aromatiche ma va aggiunto a fine cottura.
Nepeta cataria
Famiglia: Labiate
Nome volgare: Cataria; erba dei gatti
Caratteristiche: Pianta erbacea vivace di aspetto biancastro per una forte pelosità e abbastanza ramificata. Le foglie, tutte picciolate, sono verdastre nella pagina superiore e quasi bianche in quella inferiore per la presenza di uno strato di peli; sono ovali-cuoriformi con la base incavata e l'apice acuto, il margine è dentato con denti il cui apice è rivolto verso l'apice della foglia. Le foglie lungo il fusto sono gradatamente più piccole.I fiori sono raggruppati all'ascella delle foglie superiori e formano una specie di spiga all'apice del fusto e dei rami laterali. Ogni fiore è munito alla base di due brattee sottili; il calice è tubulare, leggermente slargato alla base e terminato da cinque denti sottili di cui il superiore è più lungo degli altri; la corolla, anch'essa a tubo, è divisa alla fauce in due lobi: il superiore, è eretto e bifido, l'inferiore è a sua volta diviso in tre lobi, due laterali piccoli e imo mediano concavo e variamente ondulato al margine.Il frutto è formato da quattro acheni ovoidali, di colore bruno e con superficie liscia, racchiusi nel calice persistente.
Habitat: Incolti, macerie, vecchi muri; frequente. 0-1200 m. Giugno agosto
Proprietà farmaceutiche: Aromatizzanti, aperitive, digestive, sedative: Droga usata: sommità fiorite.
Nota: La Nepeta cataria, conosciuta come erba gattaia è un'erbacea perenne di buon valore ornamentale i cui cespi per il profumo deciso che emanano sono molto amati dalle api e dai gatti che solitamente vi si coricano sopra.
Nome volgare: Cataria; erba dei gatti
Caratteristiche: Pianta erbacea vivace di aspetto biancastro per una forte pelosità e abbastanza ramificata. Le foglie, tutte picciolate, sono verdastre nella pagina superiore e quasi bianche in quella inferiore per la presenza di uno strato di peli; sono ovali-cuoriformi con la base incavata e l'apice acuto, il margine è dentato con denti il cui apice è rivolto verso l'apice della foglia. Le foglie lungo il fusto sono gradatamente più piccole.I fiori sono raggruppati all'ascella delle foglie superiori e formano una specie di spiga all'apice del fusto e dei rami laterali. Ogni fiore è munito alla base di due brattee sottili; il calice è tubulare, leggermente slargato alla base e terminato da cinque denti sottili di cui il superiore è più lungo degli altri; la corolla, anch'essa a tubo, è divisa alla fauce in due lobi: il superiore, è eretto e bifido, l'inferiore è a sua volta diviso in tre lobi, due laterali piccoli e imo mediano concavo e variamente ondulato al margine.Il frutto è formato da quattro acheni ovoidali, di colore bruno e con superficie liscia, racchiusi nel calice persistente.
Habitat: Incolti, macerie, vecchi muri; frequente. 0-1200 m. Giugno agosto
Proprietà farmaceutiche: Aromatizzanti, aperitive, digestive, sedative: Droga usata: sommità fiorite.
Nota: La Nepeta cataria, conosciuta come erba gattaia è un'erbacea perenne di buon valore ornamentale i cui cespi per il profumo deciso che emanano sono molto amati dalle api e dai gatti che solitamente vi si coricano sopra.
lunedì 19 febbraio 2007
Salvia
La Salvia Comune è un piccolo arbusto sempreverde.
Le foglie semplici, feltrose al tatto, hanno un colore verde-grigiastro e un odore caratteristico.
I fiori violacei sono riuniti in infiorescenze e hanno il caratteristico aspetto asimmetrico proprio della famiglia delle Lamiacee.
Diffusione
La Salvia Comune è originaria del bacino del Mar Mediterraneo e anche in Italia può essere trovata allo stato spontaneo.
Usi
In cucina
La Salvia trova impiego in cucina fin dai tempi antichi.
Nonostante la sua origine mediterranea, la presenza della salvia per aromatizzare carni di vario genere è consolidata da secoli in quasi tutte le tradizioni culinarie d'Europa. Meno comune ma non raro è il suo impiego per cibi di tipo diverso: pasta (notissimi da noi i tortellini burro e salvia), formaggi (p.es. alcuni formaggi alle erbe), foglie di salvia fritte e anche zuppe.
In Medio Oriente la salvia viene usata per aromatizzare l'arrosto di montone.
In erboristeria
Il nome stesso di questa pianta è testimone delle virtù che gli antichi Romani le riconoscevano: infatti salvia ha la stessa radice del verbo salvare e della parola salus (salvezza, ma anche salute).
Presso i Romani la salvia doveva essere raccolta con un rituale particolare, senza l'intervento di oggetti di ferro, in tunica bianca e con i piedi scalzi e ben lavati.
Prima e dopo i Romani, dagli Egizi alla farmacopea medioevale, la salvia fu sempre apprezzatissima in erboristeria e non a caso Linneo le attribuì il nome di officinalis.
Tra i principali effetti, la salvia ha efficacia antisettica ed è anche digestiva e calmante. Le sono attribuiti altri effetti, ma non su tutti c'è concordia di vedute.
Nel giardinaggio
I fiori della salvia e anche l'aspetto d'insieme della pianta sono stati sempre apprezzati nel giardinaggio.
La Salvia officinalis, come altre specie dello stesso genere, è pertanto utilizzata come pianta ornamentale.
In cosmetica
L'estratto di salvia è un eccellente fissatore per profumi.
Tossicità della Salvia Comune
La salvia contiene un chetone complesso, il tuione, che può risultare tossico ad alte dosi. Ciò ha impatto sia sull'uso culinario che su quello medicinale e spiega perché la salvia è stata usata come aroma ma non, per esempio, come insalata.
La normativa europea ha stabilito un limite massimo al contenuto di tuione nei cibi, che è di 25 mg/kg nel caso di cibi aromatizzati con la salvia. Negli Stati Uniti attualmente la legge fissa un tetto al contenuto di tuione, ma non è applicabile ai cibi preparati con la salvia.
Le foglie semplici, feltrose al tatto, hanno un colore verde-grigiastro e un odore caratteristico.
I fiori violacei sono riuniti in infiorescenze e hanno il caratteristico aspetto asimmetrico proprio della famiglia delle Lamiacee.
Diffusione
La Salvia Comune è originaria del bacino del Mar Mediterraneo e anche in Italia può essere trovata allo stato spontaneo.
Usi
In cucina
La Salvia trova impiego in cucina fin dai tempi antichi.
Nonostante la sua origine mediterranea, la presenza della salvia per aromatizzare carni di vario genere è consolidata da secoli in quasi tutte le tradizioni culinarie d'Europa. Meno comune ma non raro è il suo impiego per cibi di tipo diverso: pasta (notissimi da noi i tortellini burro e salvia), formaggi (p.es. alcuni formaggi alle erbe), foglie di salvia fritte e anche zuppe.
In Medio Oriente la salvia viene usata per aromatizzare l'arrosto di montone.
In erboristeria
Il nome stesso di questa pianta è testimone delle virtù che gli antichi Romani le riconoscevano: infatti salvia ha la stessa radice del verbo salvare e della parola salus (salvezza, ma anche salute).
Presso i Romani la salvia doveva essere raccolta con un rituale particolare, senza l'intervento di oggetti di ferro, in tunica bianca e con i piedi scalzi e ben lavati.
Prima e dopo i Romani, dagli Egizi alla farmacopea medioevale, la salvia fu sempre apprezzatissima in erboristeria e non a caso Linneo le attribuì il nome di officinalis.
Tra i principali effetti, la salvia ha efficacia antisettica ed è anche digestiva e calmante. Le sono attribuiti altri effetti, ma non su tutti c'è concordia di vedute.
Nel giardinaggio
I fiori della salvia e anche l'aspetto d'insieme della pianta sono stati sempre apprezzati nel giardinaggio.
La Salvia officinalis, come altre specie dello stesso genere, è pertanto utilizzata come pianta ornamentale.
In cosmetica
L'estratto di salvia è un eccellente fissatore per profumi.
Tossicità della Salvia Comune
La salvia contiene un chetone complesso, il tuione, che può risultare tossico ad alte dosi. Ciò ha impatto sia sull'uso culinario che su quello medicinale e spiega perché la salvia è stata usata come aroma ma non, per esempio, come insalata.
La normativa europea ha stabilito un limite massimo al contenuto di tuione nei cibi, che è di 25 mg/kg nel caso di cibi aromatizzati con la salvia. Negli Stati Uniti attualmente la legge fissa un tetto al contenuto di tuione, ma non è applicabile ai cibi preparati con la salvia.
Timo
Denominazione botanica: Thymus vulgaris L. Sinonimi: timo comune, timo dei giardini Famiglia: Labiate Parti Provenienza: Europa meridionale, spontaneo o coltivato Il Timo (Thymus vulgaris L.) é un suffrutrice tipica dei paesi mediterranei orientali, ha delle piccole foglie vellutate e dei fiori rosa violacei. La specie Thymus vulgaris é una specie che predilige ambienti secchi e scogliere. E' conosciuto ed utilizzato sin dai tempi dei Romani. Il timo trova applicazione nella medicina popolare naturale perlopiù in forma di olio essenziale. Di tutte le forme oggi viene utilizzato unicamente la varietà Thyimus vulgaris. Esiste anche un'altra varietà, il Timo serpillo, noto anche come Pepolino, che sebbene famoso in gastronomia, trova invece meno applicazione nella medicina naturale in qualche preparazione con blanda atività sedativa. Il suo olio essenziale, inoltre, è meno concentrato del vicino parente Timo volgare.
Timo Olio essenziale L'olio essenziale viene ottenuto dalle sommità fiorite in corrente di vapore. E' noto per le sue proprietà antimicrobiche. E' inoltre ricco di flavonoidi i quali sono utili per favorire le funzioni digestive. Cariche Organolettiche: liquido limpido da giallo-rossastro a bruno rossastro, odore caratteristico forte Solubilità: miscelabile con EtOH, etere, CHCl3, paraffina liq., oli grassi Principi attivi.: timolo, carvacrolo, pinene, cimene, borneolo, linalolo Titolo FU o altro testo:30-60% in vol.di fenoli(timolo)
Indicazioni della Timo bianco ( Thymus vulgaris ): Viene indicato contro l'ansia, contro i batteri, come diuretico ed espettorante. Note e avvertenze: Sulla pelle può dare irritazione.
Timo Olio essenziale L'olio essenziale viene ottenuto dalle sommità fiorite in corrente di vapore. E' noto per le sue proprietà antimicrobiche. E' inoltre ricco di flavonoidi i quali sono utili per favorire le funzioni digestive. Cariche Organolettiche: liquido limpido da giallo-rossastro a bruno rossastro, odore caratteristico forte Solubilità: miscelabile con EtOH, etere, CHCl3, paraffina liq., oli grassi Principi attivi.: timolo, carvacrolo, pinene, cimene, borneolo, linalolo Titolo FU o altro testo:30-60% in vol.di fenoli(timolo)
Indicazioni della Timo bianco ( Thymus vulgaris ): Viene indicato contro l'ansia, contro i batteri, come diuretico ed espettorante. Note e avvertenze: Sulla pelle può dare irritazione.
Menta
Menta
DEN.BOT.: Mentha spicata L.var.crispata Famiglia:Lamiacee Parti Usate: Provenienza: Italia, spontanea o coltivata
Menta crispa Olio essenziale Car. Organolettiche:olio giallastro o verde giallastro,odore caratteristico Solubilità:molto poco solub.in H2O,sol.in ugual volume di alcool 80% Principi attivi.:carvone,mentolo,limonene,mentile acetato ecc. Titolo FU o altro testo:min.75% in 1-carvone(produttore)
Indicazioni della Menta crispa ( Mentha spicata L.var.crispata ): carminativo
DEN.BOT.: Mentha spicata L.var.crispata Famiglia:Lamiacee Parti Usate: Provenienza: Italia, spontanea o coltivata
Menta crispa Olio essenziale Car. Organolettiche:olio giallastro o verde giallastro,odore caratteristico Solubilità:molto poco solub.in H2O,sol.in ugual volume di alcool 80% Principi attivi.:carvone,mentolo,limonene,mentile acetato ecc. Titolo FU o altro testo:min.75% in 1-carvone(produttore)
Indicazioni della Menta crispa ( Mentha spicata L.var.crispata ): carminativo
Melissa
Melissa officinalis
Denominazione botanica: Melissa officinalis L. Famiglia: Labiate Provenienza: Italia Principi attivi: O.E.(citrale), tannino, acido succinico Categoria terapeutica: antispasmodico, coleretico, stomachico, leggero sedativo Sinonimi: cedronella, erba limona, erba cedrata, citronella, cedroncella, limunina, melitea, fior d'api Nomi stranieri: ingl. - Balm Mint, Balm, Honey plant, Lemon-Balm, Sweet Balm; fr. - Mélisse, Citronelle, Citragon; ted. - Melisse, Zitronen-Melisse; sp. - Balsamita major, Erba cedrata, Toronjil, Melisa, Torongil, Cidronela AZIONE ANTISPASMODICA E SEDATIVA: solo di Recente, alcune ricerche avrebbero dimostrato che i flavonoidi e i triterpeni contenuti eserciterebbero un'azione antistaminica. Un altra sostanza, l'acido rosmarinico, possederebbe una interessante azione antitroidea impedendo il legame ipofisario che stimola la tiroide (TSH) con i recettori di membrana specifici. Sono state studiate anche alcune attività antivirali, dovute a frazioni polifenoliche e alcuni componenti presenti nell'olio essenziale della pianta. L'olio essenziale possiede anche alcune proprietà CARMINATIVE e STOMACHICHE, stimola la secrezione biliare e la diuresi, risultando utili quindi in caso di indigestione e crampi addominali. Melissa olio essenziale L'olio essenziale di melissa è un olio pregiato e, per la scarsa resa dell'estrazione, altamente costoso. Viene estratto dalle foglie e dalle sommità fiorite. E' di difficile reperibilità. Generalmente in commercio si trovano oli essenziali adulterati o ricostituiti, cioè ricreati utilizzando altri oli essenziali più economici. Solubilità: insolubile in acqua, solubile in alcool Principi attivi: citrale, citronellale, geraniolo, linalolo, citronellolo Categoria terapeutica: sedativo,antispasmod.,carminat.,coleretico,antinfiamm.
Melissa estratto secco Cariche Organolettiche: polvere fine di colore bruno Solubilità: parzialmente solubile in acqua Principi attivi: tannino, acido succinico, mucillaggine, amido, un eteroside Categoria terapeutica: antispasmodico, coleretico, stomachico, sedativo Preparazioni e dosi: 200-300 mg 2 volte/dì, in caps
Denominazione botanica: Melissa officinalis L. Famiglia: Labiate Provenienza: Italia Principi attivi: O.E.(citrale), tannino, acido succinico Categoria terapeutica: antispasmodico, coleretico, stomachico, leggero sedativo Sinonimi: cedronella, erba limona, erba cedrata, citronella, cedroncella, limunina, melitea, fior d'api Nomi stranieri: ingl. - Balm Mint, Balm, Honey plant, Lemon-Balm, Sweet Balm; fr. - Mélisse, Citronelle, Citragon; ted. - Melisse, Zitronen-Melisse; sp. - Balsamita major, Erba cedrata, Toronjil, Melisa, Torongil, Cidronela AZIONE ANTISPASMODICA E SEDATIVA: solo di Recente, alcune ricerche avrebbero dimostrato che i flavonoidi e i triterpeni contenuti eserciterebbero un'azione antistaminica. Un altra sostanza, l'acido rosmarinico, possederebbe una interessante azione antitroidea impedendo il legame ipofisario che stimola la tiroide (TSH) con i recettori di membrana specifici. Sono state studiate anche alcune attività antivirali, dovute a frazioni polifenoliche e alcuni componenti presenti nell'olio essenziale della pianta. L'olio essenziale possiede anche alcune proprietà CARMINATIVE e STOMACHICHE, stimola la secrezione biliare e la diuresi, risultando utili quindi in caso di indigestione e crampi addominali. Melissa olio essenziale L'olio essenziale di melissa è un olio pregiato e, per la scarsa resa dell'estrazione, altamente costoso. Viene estratto dalle foglie e dalle sommità fiorite. E' di difficile reperibilità. Generalmente in commercio si trovano oli essenziali adulterati o ricostituiti, cioè ricreati utilizzando altri oli essenziali più economici. Solubilità: insolubile in acqua, solubile in alcool Principi attivi: citrale, citronellale, geraniolo, linalolo, citronellolo Categoria terapeutica: sedativo,antispasmod.,carminat.,coleretico,antinfiamm.
Melissa estratto secco Cariche Organolettiche: polvere fine di colore bruno Solubilità: parzialmente solubile in acqua Principi attivi: tannino, acido succinico, mucillaggine, amido, un eteroside Categoria terapeutica: antispasmodico, coleretico, stomachico, sedativo Preparazioni e dosi: 200-300 mg 2 volte/dì, in caps
Lavanda
Lavanda Angustifolia Miller - Lavanda officinalis
Denominazione botanica: Lavanda Angustifolia Miller Famiglia: Labiate Habitat: regioni meditarranee, fino ad un altitudine di 1700m. Sinonimi: spiga di san Giovanni, Lavanda vera Provenienza: Francia Meridionale, Regioni Mediterranee, spontanea o coltivata La lavanda è sicuramente la pianta più conosciuta e più utilizzata tradizionalmente. Tuttavia spesso ci si riferisce alla lavanda ma in realtà si fa riferimento diverse specie del genere "lavandula". La lavanda officinalis è una pianta cespugliosa di colore verde grigio, slanciato con fiori violacei alla sommità. Radifica in terreni sassosi e aridi penetrando con le radici nelle fessure del terreno. Raggiunge il metro di altezza.
Lavanda Olio essenziale
L'olio essenziale della Lavanda si ottiene dai fiori per distillazione e contiene molti esteri. Ha moltissime proprietà, tra queste: - Analgesico In caso di dolore articolare, si utilizzano 15-20 gocce di olio essenziale in 30-50ml di olio di sesamo, con questa miscela si masaggia la parte interessate per 10-15 minuti. - Calmante viene utilizzato, quando per tensione nervosa non si riesce a dormire, utilizzando una o due gocce su un fazzoletto. Se ne annusa la profumazione per un naturale e fisiologico rilassamento. - Antiinfiammatorio quando vi sono infezioni o punture di insetto, si utilizzano dalle 4 alle 6 gocce in un bicchiere di acqua, si immerge una garza idrofila e, quando l'impaco è ben impregnato della miscela, si utilizza come impacco sulla parte interessata. Caratteristiche dell'olio essenziale Cariche Organolettiche: limpido da incolore a giallo, odore caratteristico Solubilità: leggermente solubile in acqua, solubile in 4 volumi di alcool a 70% Principi attivi.: acetato di linalile, linalolo, pinene, limonene, geraniolo Titolo FU o altro testo:30-40% di linalile acetato (Merck Index) Identificazione: TLC Saggi: d 0.880-0.905; pot.rot.spec.-3gradi/-10gradi; indice di rifrazione 1.459-1.470 Incompatibilità: HNO3, H2SO4, I, ipocloriti, acqua di cloro (miscele pericolose) Indicato nella moderna bibliografia come: antispasmodico, antisettico, diuretico, carminativo Note e avvertenze: Sebbene ben tollerato, si consiglia l'utilizzo via orale solo dopo la consultazione di un medico o del naturopata.
Denominazione botanica: Lavanda Angustifolia Miller Famiglia: Labiate Habitat: regioni meditarranee, fino ad un altitudine di 1700m. Sinonimi: spiga di san Giovanni, Lavanda vera Provenienza: Francia Meridionale, Regioni Mediterranee, spontanea o coltivata La lavanda è sicuramente la pianta più conosciuta e più utilizzata tradizionalmente. Tuttavia spesso ci si riferisce alla lavanda ma in realtà si fa riferimento diverse specie del genere "lavandula". La lavanda officinalis è una pianta cespugliosa di colore verde grigio, slanciato con fiori violacei alla sommità. Radifica in terreni sassosi e aridi penetrando con le radici nelle fessure del terreno. Raggiunge il metro di altezza.
Lavanda Olio essenziale
L'olio essenziale della Lavanda si ottiene dai fiori per distillazione e contiene molti esteri. Ha moltissime proprietà, tra queste: - Analgesico In caso di dolore articolare, si utilizzano 15-20 gocce di olio essenziale in 30-50ml di olio di sesamo, con questa miscela si masaggia la parte interessate per 10-15 minuti. - Calmante viene utilizzato, quando per tensione nervosa non si riesce a dormire, utilizzando una o due gocce su un fazzoletto. Se ne annusa la profumazione per un naturale e fisiologico rilassamento. - Antiinfiammatorio quando vi sono infezioni o punture di insetto, si utilizzano dalle 4 alle 6 gocce in un bicchiere di acqua, si immerge una garza idrofila e, quando l'impaco è ben impregnato della miscela, si utilizza come impacco sulla parte interessata. Caratteristiche dell'olio essenziale Cariche Organolettiche: limpido da incolore a giallo, odore caratteristico Solubilità: leggermente solubile in acqua, solubile in 4 volumi di alcool a 70% Principi attivi.: acetato di linalile, linalolo, pinene, limonene, geraniolo Titolo FU o altro testo:30-40% di linalile acetato (Merck Index) Identificazione: TLC Saggi: d 0.880-0.905; pot.rot.spec.-3gradi/-10gradi; indice di rifrazione 1.459-1.470 Incompatibilità: HNO3, H2SO4, I, ipocloriti, acqua di cloro (miscele pericolose) Indicato nella moderna bibliografia come: antispasmodico, antisettico, diuretico, carminativo Note e avvertenze: Sebbene ben tollerato, si consiglia l'utilizzo via orale solo dopo la consultazione di un medico o del naturopata.
Camomilla
Matricaria camomilla, Asteracee - olio essenziale
La camomilla è un fiore conosciutissimo, molto diffuso in europa. La sua notorietà la si deve alle proprietà tranquillanti, proprietà che sotto forma di estratto secco, in capsule o tavolette, si accentuano, e la camomilla può diventare un buon sonnifero. La pianta è annuale, raggiunge i 40-50 cm di altezza. Spontanea nelle zone mediterranee, viene coltivata al fine di ottenere un prodotto migliore, poichè, se è vero che è diffusissima, è anche vero che quella spontanea è di qualità inferiore per uso erboristico. Nome botanico: Matricaria camomilla Famiglia: Asteracee Habitat: Zone mediteranee Il nome camomilla deriverebbe dal greco, e significherebbe "meletta". Presso gli egizzi la camomilla era la pianta consacrata al dio sole.
Matricaria camomilla Olio essenziale Principi attivi.: camazulene, eteri degli ac.caprilico e monilico Categoria terapeutica: antispasmodico, antinevralgico, antipruriginoso, antiarrossamento, lenitivo, sedativo, battericida Indicazioni della Matricaria camomilla, Asteracee - estratto e olio essenziale:
La camomilla è un fiore conosciutissimo, molto diffuso in europa. La sua notorietà la si deve alle proprietà tranquillanti, proprietà che sotto forma di estratto secco, in capsule o tavolette, si accentuano, e la camomilla può diventare un buon sonnifero. La pianta è annuale, raggiunge i 40-50 cm di altezza. Spontanea nelle zone mediterranee, viene coltivata al fine di ottenere un prodotto migliore, poichè, se è vero che è diffusissima, è anche vero che quella spontanea è di qualità inferiore per uso erboristico. Nome botanico: Matricaria camomilla Famiglia: Asteracee Habitat: Zone mediteranee Il nome camomilla deriverebbe dal greco, e significherebbe "meletta". Presso gli egizzi la camomilla era la pianta consacrata al dio sole.
Matricaria camomilla Olio essenziale Principi attivi.: camazulene, eteri degli ac.caprilico e monilico Categoria terapeutica: antispasmodico, antinevralgico, antipruriginoso, antiarrossamento, lenitivo, sedativo, battericida Indicazioni della Matricaria camomilla, Asteracee - estratto e olio essenziale:
Alloro
Alloro, lauro nobile ( Laurus nobilis L.)
Sinonimi: Alloro, Lauro dolce, Lauro Greco, Lauro nobile e/o vero. Denominazione botanica: Laurus nobilis L. Famiglia.: Lauracee Parti Usate: Provenienza: Regioni mediterranee, spontaneo o coltivato Il Laurus nobile, o in gergo comune Alloro (o Lauro) é un albero a forma piramidale con foglie aromatiche sempreverdi e corteccia lucida. Viene utilizzato per siepi da recinzioni, quindi con taglio pari, per cui la forma piramidale non si trova nell'immaginario collettivo. In natura raggiungerebbe i 15 metri c.a.
Alloro Olio essenziale L'olio essenziale viene ottenuto per corrente di vapore, si utilizzano le foglie. E' molto costoso. Car. Organolettiche:liquido limpido giallo-verdastro,odore e sap.caratter. Solubilità:insol. in acqua, solub.in alcool Principi attivi.:eucaliptolo, metil clavicolo, pinene, eugenolo, ecc. Categoria terapeutica: antisettico, sedativo, stimolante, sudorifero
Sinonimi: Alloro, Lauro dolce, Lauro Greco, Lauro nobile e/o vero. Denominazione botanica: Laurus nobilis L. Famiglia.: Lauracee Parti Usate: Provenienza: Regioni mediterranee, spontaneo o coltivato Il Laurus nobile, o in gergo comune Alloro (o Lauro) é un albero a forma piramidale con foglie aromatiche sempreverdi e corteccia lucida. Viene utilizzato per siepi da recinzioni, quindi con taglio pari, per cui la forma piramidale non si trova nell'immaginario collettivo. In natura raggiungerebbe i 15 metri c.a.
Alloro Olio essenziale L'olio essenziale viene ottenuto per corrente di vapore, si utilizzano le foglie. E' molto costoso. Car. Organolettiche:liquido limpido giallo-verdastro,odore e sap.caratter. Solubilità:insol. in acqua, solub.in alcool Principi attivi.:eucaliptolo, metil clavicolo, pinene, eugenolo, ecc. Categoria terapeutica: antisettico, sedativo, stimolante, sudorifero
Borragine
La borragine, borrago officinalis
La borragine, borrago officinalis, e' una pianta molto comune, facilmente riconoscibile per i fiori violacei e le foglie pelose. E' facile trovarla in Primavera o inizio Estate sui bordi delle strade, sui cigli dei sentieri collinari ben soleggiati. Dai semi della borragine si ottiene un olio delicato ma molto costoso e interessante dal punto di vista della cosmesi naturale. Da tempo si e' scoperto che l' olio di borragine ha la proprieta' di combattere i cosiddetti radicali liberi, quindi di ritardare l' invecchiamento delle cellule. L' olio di borragine viene venduto come olio o in perle gelatinose ripiene di olio appunto. Famiglia: borraginacee Habitat: Centro italia e sud. Il nome borragine, come la provenienza della pianta stessa è incerto. Deriverebbe dal latino "borra", ovvero, lana grezza, data la sua struttura pelosa che ricorda in qualche modo la lana da lavorare.
borragine estratto secco Nessuna informazione al momento. Olio di borragine Car. Organolettiche:liquido limpido marrone chiaro,odore caratteristico Solubilità:insol.in H2O,parz.sol.in alcool,misc.con oli,esteri di ac.grassi Titolo FU o altro testo:min.24% in ac.gamma-linolenico(produtt.) Categoria terapeutica: elemento nutrizionale,usato anche nel trattamento dell'eczema atopico Tossicita': DL50 nel topo e nel ratto superiore a 2000 mg/kg Indicazioni della La borragine, borrago officinalis: All'olio ottenuto dai semi di borragine vengono attribuiti le seguenti azioni curative: 1) Azione protettiva cutanea: l’olio di borragine rappresenta un importante integrazione per mantenere una corretto equilibrio della cute: i suoi principi attivi partecipano infatti in numerosi processi fisiologici, prevenendo l’insorgenza di diverse patologie distrofico-infiammatorie. Migliorano la traspirazione cutanea e correggono la composizione delle secrezioni sebacee, per questo motivo si ottiene un rapido miglioramento delle condizioni cliniche nei soggetti affetti da dermatiti, in particolare nel caso di dermatite seborroica infantile (ottimizzazione della TEWL = Trans Epiderma/ WaterLoss). Favoriscono inoltre il mantenimento di una cute elastica: ottimi risultati sono stati ottenuti nella prevenzione delle rughe e della disidratazione cutanea. 2) Azione antiallergica: acido linoleico e ac. gamma-linolenico competono con l’acido arachidonico nella sintesi delle prostaglandine e favoriscono la produzione delle prostaglandine Serie I (le cosiddette prostaglandine "buone"), mostrando così un effetto positivo nelle reazioni da ipersensibilizzazione a determinati fattori. 3) Azione cardiovascolare: in particolare l’ac. gamma-linolenico impedisce l’aggregazione piastrinica lasciando liberi i vasi arteriosi, migliorando la circolazione e il funzionamento cardiaco, sempre grazie all’aumentata sintesi di prostaglandine Serie I, che fra l’altro abbassano anche la pressione arteriosa e inibiscono la sintesi endogena di colesterolo
La borragine, borrago officinalis, e' una pianta molto comune, facilmente riconoscibile per i fiori violacei e le foglie pelose. E' facile trovarla in Primavera o inizio Estate sui bordi delle strade, sui cigli dei sentieri collinari ben soleggiati. Dai semi della borragine si ottiene un olio delicato ma molto costoso e interessante dal punto di vista della cosmesi naturale. Da tempo si e' scoperto che l' olio di borragine ha la proprieta' di combattere i cosiddetti radicali liberi, quindi di ritardare l' invecchiamento delle cellule. L' olio di borragine viene venduto come olio o in perle gelatinose ripiene di olio appunto. Famiglia: borraginacee Habitat: Centro italia e sud. Il nome borragine, come la provenienza della pianta stessa è incerto. Deriverebbe dal latino "borra", ovvero, lana grezza, data la sua struttura pelosa che ricorda in qualche modo la lana da lavorare.
borragine estratto secco Nessuna informazione al momento. Olio di borragine Car. Organolettiche:liquido limpido marrone chiaro,odore caratteristico Solubilità:insol.in H2O,parz.sol.in alcool,misc.con oli,esteri di ac.grassi Titolo FU o altro testo:min.24% in ac.gamma-linolenico(produtt.) Categoria terapeutica: elemento nutrizionale,usato anche nel trattamento dell'eczema atopico Tossicita': DL50 nel topo e nel ratto superiore a 2000 mg/kg Indicazioni della La borragine, borrago officinalis: All'olio ottenuto dai semi di borragine vengono attribuiti le seguenti azioni curative: 1) Azione protettiva cutanea: l’olio di borragine rappresenta un importante integrazione per mantenere una corretto equilibrio della cute: i suoi principi attivi partecipano infatti in numerosi processi fisiologici, prevenendo l’insorgenza di diverse patologie distrofico-infiammatorie. Migliorano la traspirazione cutanea e correggono la composizione delle secrezioni sebacee, per questo motivo si ottiene un rapido miglioramento delle condizioni cliniche nei soggetti affetti da dermatiti, in particolare nel caso di dermatite seborroica infantile (ottimizzazione della TEWL = Trans Epiderma/ WaterLoss). Favoriscono inoltre il mantenimento di una cute elastica: ottimi risultati sono stati ottenuti nella prevenzione delle rughe e della disidratazione cutanea. 2) Azione antiallergica: acido linoleico e ac. gamma-linolenico competono con l’acido arachidonico nella sintesi delle prostaglandine e favoriscono la produzione delle prostaglandine Serie I (le cosiddette prostaglandine "buone"), mostrando così un effetto positivo nelle reazioni da ipersensibilizzazione a determinati fattori. 3) Azione cardiovascolare: in particolare l’ac. gamma-linolenico impedisce l’aggregazione piastrinica lasciando liberi i vasi arteriosi, migliorando la circolazione e il funzionamento cardiaco, sempre grazie all’aumentata sintesi di prostaglandine Serie I, che fra l’altro abbassano anche la pressione arteriosa e inibiscono la sintesi endogena di colesterolo
domenica 18 febbraio 2007
Terminologia botanica A-E
Terminologia Botanica
Elenco dei termini botanici in ordine alfabetico, divisi per lettera iniziale.
A
Alterne: cfr. Foglia
Amplessicauli: cfr. Foglia
Annua: Pianta il cui ciclo vitale (germinazione, crescita, fioritura, maturazione del seme, morte) si compie nell'arco di un anno; passa la stagione avversa sotto forma di seme.
Antera: cfr. Fiore
Arbusto (o Frutice): Pianta perenne con parti significate, senza fusto principale evidente, ma con più fusti aventi origine da un unico ceppo e ramificati fin dalla base.
Ascella fogliare: Angolo tra fusto e picciolo; in genere vi si trova una Gemma (cfr), detta appunto ascellare.
Assimilazione: Costituzione di composti organici a partire da sostanze-base con l'apporto dell'energia solare (fotosintesi).
Associazione vegetale: Popolazione di piante che si influenzano l'una con l'altra e che si trova in equilibrio per quanto riguarda numero di specie, composizione flogistica e numero di individui e che vive in un determinato ambiente più o meno omogeneo.
Avventizie: radici che si formano in organi diversi dalla radice vera e propria, cioè sui fusti e sulle foglie.
B
Bacca: Frutto carnoso indeiscente, contenente generalmente molti semi immersi nella polpa (es.: Pomodoro, Ribes, ecc.)
Basali: cfr Foglia
Brachiblasto: Ramo con sviluppo ridotto, caratteristico delle Conifere.
Brattea: Foglia ridotta, dissimile per forma e colore dalle foglie normali, dalla cui ascella può svilupparsi un germoglio laterale o un fiore.
Brattee involucrali: Foglie bratteali che contornano le infiorescenze. In genere sono numerose.
Bulbo: Organo sotterraneo, normalmente rigonfio, formato da scaglie o tuniche carnose (es.: Giglio, Cipolla).
C
Caduco/che: Organo che si stacca presto dalla pianta (es.: foglie che appassiscono e si staccano prima che si formino le successive).
Calcifuga: Pianta che non ama i terreni ricchi di calcio.
Calice: cfr. Fiore
Capolino: cfr. Infiorescenza
Caule: sinonimo di Fusto (cfr.)
Cespitosa: Pianta che sviluppa rami o foglie alla base del fusto formando una specie di ciuffo.
Cirri: Foglie filamentose con cui le piante rampicanti si avvinghiano ai loro sostegni.
Colletto: Zona a fior di terra che fa da passaggio tra la radice ed il fusto.
Cono: Formazione tipica delle Conifere composta da brattee che racchiudono i fiori o i frutti (sono le classiche pigne).
Corimbo: cfr. Infiorescenza
Corolla: cfr. Fiore
Crenata: cfr. ill. Foglia
D
Dentata: cfr. ill. Foglia
Dioica: Pianta che porta fiori unisessuati, cioè o solo maschili o solo femminili (es.: Salici)
E
Ellittica: cfr. ill. Foglia
Elenco dei termini botanici in ordine alfabetico, divisi per lettera iniziale.
A
Alterne: cfr. Foglia
Amplessicauli: cfr. Foglia
Annua: Pianta il cui ciclo vitale (germinazione, crescita, fioritura, maturazione del seme, morte) si compie nell'arco di un anno; passa la stagione avversa sotto forma di seme.
Antera: cfr. Fiore
Arbusto (o Frutice): Pianta perenne con parti significate, senza fusto principale evidente, ma con più fusti aventi origine da un unico ceppo e ramificati fin dalla base.
Ascella fogliare: Angolo tra fusto e picciolo; in genere vi si trova una Gemma (cfr), detta appunto ascellare.
Assimilazione: Costituzione di composti organici a partire da sostanze-base con l'apporto dell'energia solare (fotosintesi).
Associazione vegetale: Popolazione di piante che si influenzano l'una con l'altra e che si trova in equilibrio per quanto riguarda numero di specie, composizione flogistica e numero di individui e che vive in un determinato ambiente più o meno omogeneo.
Avventizie: radici che si formano in organi diversi dalla radice vera e propria, cioè sui fusti e sulle foglie.
B
Bacca: Frutto carnoso indeiscente, contenente generalmente molti semi immersi nella polpa (es.: Pomodoro, Ribes, ecc.)
Basali: cfr Foglia
Brachiblasto: Ramo con sviluppo ridotto, caratteristico delle Conifere.
Brattea: Foglia ridotta, dissimile per forma e colore dalle foglie normali, dalla cui ascella può svilupparsi un germoglio laterale o un fiore.
Brattee involucrali: Foglie bratteali che contornano le infiorescenze. In genere sono numerose.
Bulbo: Organo sotterraneo, normalmente rigonfio, formato da scaglie o tuniche carnose (es.: Giglio, Cipolla).
C
Caduco/che: Organo che si stacca presto dalla pianta (es.: foglie che appassiscono e si staccano prima che si formino le successive).
Calcifuga: Pianta che non ama i terreni ricchi di calcio.
Calice: cfr. Fiore
Capolino: cfr. Infiorescenza
Caule: sinonimo di Fusto (cfr.)
Cespitosa: Pianta che sviluppa rami o foglie alla base del fusto formando una specie di ciuffo.
Cirri: Foglie filamentose con cui le piante rampicanti si avvinghiano ai loro sostegni.
Colletto: Zona a fior di terra che fa da passaggio tra la radice ed il fusto.
Cono: Formazione tipica delle Conifere composta da brattee che racchiudono i fiori o i frutti (sono le classiche pigne).
Corimbo: cfr. Infiorescenza
Corolla: cfr. Fiore
Crenata: cfr. ill. Foglia
D
Dentata: cfr. ill. Foglia
Dioica: Pianta che porta fiori unisessuati, cioè o solo maschili o solo femminili (es.: Salici)
E
Ellittica: cfr. ill. Foglia
Terminologia tecnica F
F
Fauce: Porzione intermedia tra il lembo ed il tubo in una corolla.
Fertile: Fruttifero, cioè capace di formare fiori, frutti e semi.
Fiore: Apparato che porta gli organi riproduttori della pianta. Le sue parti possono considerarsi foglie modificate: l'involucro fiorale (o perianzio) è costituito da sepali e petali, la parte maschile del fiore (androceo) è costituita da stami, la parte femminile (gineceo) da carpelli: l'insieme di questi ultimi costituisce il pistillo.
Fiore visto dall'alto e Diagramma Fiorale (schema)
Gli organi del fiore sono sempre disposti in più serie concentriche la cui successione è ben riconoscibile dalla "sezione trasversale" del fiore, detta diagramma fiorale. Se non sono differenziati tra loro sepali e petali vengono detti tepali ed il perianzio prende il nome di perigonio.
Il perianzio è però in genere diviso il calice (verde) e corolla (colorata). Il calice è la serie più esterna di elementi del perianzio ed è formato da sepali verdi che possono crescere separati o concrescere: nel primo caso il calice si dice dialisepalo, nel secondo gamosepalo.
Fiore rappresentato in sezione con petali e sepali liberi
La corolla, con i petali come parti singole, costituisce la serie più interna di elementi del perianzio. La colorazione dei petali, l'umore zuccherino spesso secreto dai nettari (cfr.) alla loro base ed il profumo dei fiori attirano gli insetti e favoriscono così l'impollinazione. Come i sepali, anche i petali possono essere separati o concresciuti e, rispettivamente, la corolla è detta dialipetala o gamopetala.
a. perianzio semplice (perigonio)
b. perianzio con petali e sepali liberi
c. perianzio con petali e sepali concresciuti
Verso l'interno seguono, nel perianzio, una o più serie di stami che consistono in un filamento per lo più sottile portante all'apice le antere (o sacche polliniche) che contengono, appunto, il polline (cfr.). Il cuore del fiore è il gineceo (pistillo) che consiste di almeno un carpello, ma spesso di più carpelli che possono concrescere in modo molto diverso l'uno dall'altro. Il pistillo si suddivide in ovario, stilo e stimma (o stimmi).
Fiori discoidei - (o fiori tubulosi) - Fiori particolari al centro del capolino, caratteristici delle specie della Famiglia delle Composite, nei quali manca o quasi la parte ligulata (es.: il "giallo" centrale della Camomilla o delle Margherite).
Fiori marginali - Fiori più o meno assimetrici, spesso liguliformi, al margine di capolini con fiorni discoidei.
Fistoloso - Dicesi di fusto o foglie cavi all'interno.
Fittone - Radice con l'asse primario verticale molto più sviluppato delle radici secondarie (es.: la parte edule della carota, o meglio la carota stessa, è un fittone).
Foglia - Organo laminare del fusto (cfr.) attraversato da vasi conduttori (nervature, nervi, coste fogliari) e ricco di clorofilla: pertanto, è di colore verde e provvede al metabolismo (assimilazione, fotosintesi) ed al bilancio idrico, mediante la traspirazione. Grazie alla foricava energia per la formazione di sostanze organiche quali carboidrati (zuccheri), proteine e lipidi (grassi). La foglia tipo è costituita da lembo o lamina fogliare, dal picciolo e dalla base, che talvolta si trasforma in guaina (cfr.) o porta stipole (cfr.) appaiate. Le foglie spuntano da un nodo dell'asse caulinare.
Rappresentazione Grafica di tipi di Foglie
A seconda di come sono unite all'asse caulinare le foglie sono:
peduncolate (o spicciolante): con picciolo nettamente formato;
sessili: senza picciolo;
decorrenti: con una parte della lamina che si prolunga in basso lungo il fusto;
amplessicauli: con la base della lamina che circonda il fusto.
A seconda della loro posizione sul fusto, le foglie sono
basali: stanno alla base del fusto o direttamente sul terreno e, se numerose, formano una rosetta (cfr.);
opposte: se ad ogni nodo vi sono foglie tra loro contrapposte;
se la coppia successiva è ruotata di 90° rispetto alla precedente, allora le foglie si dicono decussate;
verticillate: in corrispondenza di ogni modo si inseriscono sull'asse caullinare tra o più foglie;
alterne: le foglie sono disposte una per nodo e orientate alternativamente da una parte e dall'altra.
A. Foglie opposte e decussate
B. Foglie alterne
Secondo l'andamento delle nervature, le foglie si suddividono in parallelinervie, con numerose nervature primarie che procedono pressappoco in parallelo dalla base all'apice fogliare e retinervie: con una o più nervature primarie da cui si dipartono nervature secondarie che formano una rete.
Tra esse si distinguono le penninervie, con una nervatura primaria dai cui due lati si staccano le nervature secondarie e le palminervie, con molte nervature primarie che si dipartono radiamente dalla fine del picciolo.
Secondo la struttura della lamina, si distinguono foglie semplici e foglie composte: la lamina delle prime non è suddivisa, almeno alla base; quella delle seconde si compone di parecchie foglioline.
Le foglie semplici sono palmate o digitate: con gli apici disposti intorno ad un punto centrale (pressappoco come le dita di una mano);
pennate: con gli apici disposti su entrambi i lati della nervatura mediana;
intere o indivise: senza profonde intaccature o al più dentate, seghettate o crenate;
lobate: con intaccature che non giungono alla metà della lamina;
partite: con intaccature che giungono quasi alla metà della foglia o di un semilembo;
sette: con le foglioline laterali esterne che si allontanano dal peduncolo di quelle interne;
pennate: con le foglioline disposte su entrambi i lati della nervatura mediana;
imparipennate: con numero impari di foglioline, cioè terminanti con una sola fogliolina;
paripennate: con un numero pari di foglioline, cioè terminanti con una coppia di foglioline;
bipennate o pluripennate: con foglioline o penne a loro volta pennate.
Foglie basali: Foglie inferiori della pianta, poste al suolo o poco sopra di esso.
Foglie bratteali: Foglie semplici, per lo più piccole, che talvolta contribuiscono alla formazione dell'involucro fiorale.
Foglie culinari: Foglie inserite sul fusto.
Foglioline: Le parti in cui è sezionato il lembo di una foglia composta.
Rappresentazione Grafica di tipi di Foglie
A. Foglia biternata
B. Foglia ternato-pennata
C. Foglia Bipennata
D. Sinuata
E. Setta
F. Reniforme
H. Ellittica
G. Romboidale
I. Sagittata
Fotosintesi - cfr. Assimilazione
Frutto - Prodotto della pianta che si forma dalla trasformazione dell'ovario in seguito alla fecondazione, circonda i semi proteggendoli fino alla maturazione e grazie a particolari strutture può servire alla diffusione. I frutti semplici derivano da un solo ovario nel fiore, mentre quelli composti nascono da un gineceo con numerosi carpelli, per lo più non con crescenti.
I frutti si possono ancora dividere in deiscenti, cioè si aprono spontaneamente a maturazione e spargono i semi ed indeiscenti, nei quali la parete del frutto, detta pericarpo, non si apre e nella propagazione i semi vi restano in parte o del tutto racchiusi.
La struttura del frutto, comunque, dipende anche dal numero e dalla disposizione dei carpelli, cosicché si hanno molteplici tipi di frutto. I principali vengono riportati nel disegno qui di seguito:
Rappresentazione Grafica di tipi di Frutti
Fusto (o Caule) - Parte della pianta che porta le foglie ed i fiori e stabilisce il loro collegamento con le radici: contiene i vasi conduttori per l'acqua, i sali nutritizi e gli assimilati. Se non è legnoso è detto stelo (cfr.).
Fauce: Porzione intermedia tra il lembo ed il tubo in una corolla.
Fertile: Fruttifero, cioè capace di formare fiori, frutti e semi.
Fiore: Apparato che porta gli organi riproduttori della pianta. Le sue parti possono considerarsi foglie modificate: l'involucro fiorale (o perianzio) è costituito da sepali e petali, la parte maschile del fiore (androceo) è costituita da stami, la parte femminile (gineceo) da carpelli: l'insieme di questi ultimi costituisce il pistillo.
Fiore visto dall'alto e Diagramma Fiorale (schema)
Gli organi del fiore sono sempre disposti in più serie concentriche la cui successione è ben riconoscibile dalla "sezione trasversale" del fiore, detta diagramma fiorale. Se non sono differenziati tra loro sepali e petali vengono detti tepali ed il perianzio prende il nome di perigonio.
Il perianzio è però in genere diviso il calice (verde) e corolla (colorata). Il calice è la serie più esterna di elementi del perianzio ed è formato da sepali verdi che possono crescere separati o concrescere: nel primo caso il calice si dice dialisepalo, nel secondo gamosepalo.
Fiore rappresentato in sezione con petali e sepali liberi
La corolla, con i petali come parti singole, costituisce la serie più interna di elementi del perianzio. La colorazione dei petali, l'umore zuccherino spesso secreto dai nettari (cfr.) alla loro base ed il profumo dei fiori attirano gli insetti e favoriscono così l'impollinazione. Come i sepali, anche i petali possono essere separati o concresciuti e, rispettivamente, la corolla è detta dialipetala o gamopetala.
a. perianzio semplice (perigonio)
b. perianzio con petali e sepali liberi
c. perianzio con petali e sepali concresciuti
Verso l'interno seguono, nel perianzio, una o più serie di stami che consistono in un filamento per lo più sottile portante all'apice le antere (o sacche polliniche) che contengono, appunto, il polline (cfr.). Il cuore del fiore è il gineceo (pistillo) che consiste di almeno un carpello, ma spesso di più carpelli che possono concrescere in modo molto diverso l'uno dall'altro. Il pistillo si suddivide in ovario, stilo e stimma (o stimmi).
Fiori discoidei - (o fiori tubulosi) - Fiori particolari al centro del capolino, caratteristici delle specie della Famiglia delle Composite, nei quali manca o quasi la parte ligulata (es.: il "giallo" centrale della Camomilla o delle Margherite).
Fiori marginali - Fiori più o meno assimetrici, spesso liguliformi, al margine di capolini con fiorni discoidei.
Fistoloso - Dicesi di fusto o foglie cavi all'interno.
Fittone - Radice con l'asse primario verticale molto più sviluppato delle radici secondarie (es.: la parte edule della carota, o meglio la carota stessa, è un fittone).
Foglia - Organo laminare del fusto (cfr.) attraversato da vasi conduttori (nervature, nervi, coste fogliari) e ricco di clorofilla: pertanto, è di colore verde e provvede al metabolismo (assimilazione, fotosintesi) ed al bilancio idrico, mediante la traspirazione. Grazie alla foricava energia per la formazione di sostanze organiche quali carboidrati (zuccheri), proteine e lipidi (grassi). La foglia tipo è costituita da lembo o lamina fogliare, dal picciolo e dalla base, che talvolta si trasforma in guaina (cfr.) o porta stipole (cfr.) appaiate. Le foglie spuntano da un nodo dell'asse caulinare.
Rappresentazione Grafica di tipi di Foglie
A seconda di come sono unite all'asse caulinare le foglie sono:
peduncolate (o spicciolante): con picciolo nettamente formato;
sessili: senza picciolo;
decorrenti: con una parte della lamina che si prolunga in basso lungo il fusto;
amplessicauli: con la base della lamina che circonda il fusto.
A seconda della loro posizione sul fusto, le foglie sono
basali: stanno alla base del fusto o direttamente sul terreno e, se numerose, formano una rosetta (cfr.);
opposte: se ad ogni nodo vi sono foglie tra loro contrapposte;
se la coppia successiva è ruotata di 90° rispetto alla precedente, allora le foglie si dicono decussate;
verticillate: in corrispondenza di ogni modo si inseriscono sull'asse caullinare tra o più foglie;
alterne: le foglie sono disposte una per nodo e orientate alternativamente da una parte e dall'altra.
A. Foglie opposte e decussate
B. Foglie alterne
Secondo l'andamento delle nervature, le foglie si suddividono in parallelinervie, con numerose nervature primarie che procedono pressappoco in parallelo dalla base all'apice fogliare e retinervie: con una o più nervature primarie da cui si dipartono nervature secondarie che formano una rete.
Tra esse si distinguono le penninervie, con una nervatura primaria dai cui due lati si staccano le nervature secondarie e le palminervie, con molte nervature primarie che si dipartono radiamente dalla fine del picciolo.
Secondo la struttura della lamina, si distinguono foglie semplici e foglie composte: la lamina delle prime non è suddivisa, almeno alla base; quella delle seconde si compone di parecchie foglioline.
Le foglie semplici sono palmate o digitate: con gli apici disposti intorno ad un punto centrale (pressappoco come le dita di una mano);
pennate: con gli apici disposti su entrambi i lati della nervatura mediana;
intere o indivise: senza profonde intaccature o al più dentate, seghettate o crenate;
lobate: con intaccature che non giungono alla metà della lamina;
partite: con intaccature che giungono quasi alla metà della foglia o di un semilembo;
sette: con le foglioline laterali esterne che si allontanano dal peduncolo di quelle interne;
pennate: con le foglioline disposte su entrambi i lati della nervatura mediana;
imparipennate: con numero impari di foglioline, cioè terminanti con una sola fogliolina;
paripennate: con un numero pari di foglioline, cioè terminanti con una coppia di foglioline;
bipennate o pluripennate: con foglioline o penne a loro volta pennate.
Foglie basali: Foglie inferiori della pianta, poste al suolo o poco sopra di esso.
Foglie bratteali: Foglie semplici, per lo più piccole, che talvolta contribuiscono alla formazione dell'involucro fiorale.
Foglie culinari: Foglie inserite sul fusto.
Foglioline: Le parti in cui è sezionato il lembo di una foglia composta.
Rappresentazione Grafica di tipi di Foglie
A. Foglia biternata
B. Foglia ternato-pennata
C. Foglia Bipennata
D. Sinuata
E. Setta
F. Reniforme
H. Ellittica
G. Romboidale
I. Sagittata
Fotosintesi - cfr. Assimilazione
Frutto - Prodotto della pianta che si forma dalla trasformazione dell'ovario in seguito alla fecondazione, circonda i semi proteggendoli fino alla maturazione e grazie a particolari strutture può servire alla diffusione. I frutti semplici derivano da un solo ovario nel fiore, mentre quelli composti nascono da un gineceo con numerosi carpelli, per lo più non con crescenti.
I frutti si possono ancora dividere in deiscenti, cioè si aprono spontaneamente a maturazione e spargono i semi ed indeiscenti, nei quali la parete del frutto, detta pericarpo, non si apre e nella propagazione i semi vi restano in parte o del tutto racchiusi.
La struttura del frutto, comunque, dipende anche dal numero e dalla disposizione dei carpelli, cosicché si hanno molteplici tipi di frutto. I principali vengono riportati nel disegno qui di seguito:
Rappresentazione Grafica di tipi di Frutti
Fusto (o Caule) - Parte della pianta che porta le foglie ed i fiori e stabilisce il loro collegamento con le radici: contiene i vasi conduttori per l'acqua, i sali nutritizi e gli assimilati. Se non è legnoso è detto stelo (cfr.).
Terminologia botanica G-Z
G
Gemma - Abbozzo di un nuovo asse vegetativo, costituito da tessuto embrionale, protetto durante la stagione avversa da foglie variamente trasformate. Può essere terminale, cioè all'estremità di fusti o rami, oppure ascellare, cioè situata all'ascella fogliare.
Ghiandole - Cellule od organi che secernono i prodotti del metabolismo. Questi sono spesso oli essenziali o resine, ma anche altre sostanze vischiose o mucillaggini. Se peduncolati, tali organi sono detto peli ghiandolari.
Glabro - Privo di peli. Guaina fogliare - Parte inferiore di una foglia (base e spesso anche picciolo) che avvolge il fusto.
I
Imparipennata - cfr. ill. Foglia
Infiorescenza - Segmento caulinare con più fiori, senza foglie o con brattee. La spiga è composta da fiori sessili (senza peduncolo) che si inseriscono sull'asse principale: può essere corta e densa o lunga e lassa. Spighe sono anche gli amenti, che sono formati da fiori unisessuali. (es.: Nocciolo).
Il grappolo (o racemo) è composto da fiori peduncolati i cui peduncoli non sono ramificati. La pannocchia è un grappolo composto in cui gli assi secondari inseriti sul principale sono multiflori e spesso più volte ramificati.
L'ombrella è costituita da fiori i cui peduncoli hanno quasi uguale lunghezza e si dipartono da uno stesso punto; spesso un involucro circonda la base dei peduncoli, detti raggi, dell'ombrella. Non di rado le ombrelle sono composte. Il capolino è costituito da numerosi fiori che si inseriscono densi con corto peduncolo o sessili alla fine dell'asse principale.
L'infiorescenza Le infiorescenze sinora citate hanno un asse principale non ramificato e sono perciò dette racemose (monopodiali). Le infiorescenze, con molti assi derivanti l'uno dall'altro, che concludono la loro crescita con un fiore, sono dette cimose.
Vi sono molte altre forme intermedie di difficile identificazione, come per es., il corimbo.
Infruttescenza - L'insieme dei frutti derivanti da un'infiorescenza.
Intera - cfr. ill. Foglia
Internodo - Tratto di fusto o ramo compreso tra due nodi consecutivi.
L
Labiata - Dicesi di corolla con forma simile a quella delle labbra.
Rappresentazione Grafica della Labiata
Labiata
Lacinia - Segmento stretto e allungato.
Laciniato - Terminante sul margine in lacinie, come per es., i petali di molte specie di Garofano.
Lamina fogliare (o lembo fogliare) - cfr. Foglia
Lanceolata - A forma di lancia. Cfr. Foglia
Ligula - Appendice dei fiori periferici delle Composite simulante petalo (es.: la parte bianca dei fiori delle Margherite).
Lineare - Organo allungato, con margini paralleli.
Lobate - cfr. Foglia
Lobo - Parte di un petalo o di una foglia circoscritta da incisioni.
M
Megaforbieto - Associazione caratteristica di zone umide ed ombrose, costituita da piante che normalmente sviluppano ricca vegetazione erbacea (letteralmente significa "grandi erbe").
Monoica - Pianta con fiori unisessuati, cioè si maschili che femminili, sul medesimo fusto. Contrario di dioica.
Mucillaggini - Sostanze prodotte dai vegetali spesso con funzioni di protezione. In genere formano strati che si sovrappongono e si uniscono alle pareti primitive del vegetale.
Mucronato - Terminante all'apice con una punta dura.
Nervature, nervi fogliari - Vasi conduttori che vanno dal picciolo alla lamina e servono al trasporto di acqua e sostanze, cfr. Foglia.
Nettare - Liquido zuccherino secreto da parte della pianta, specie nel fiore, e succhiato dagli insetti.
Nettari - Ghiandole o tessuti che secernono il nettare.
Nodi - Punti del fusto nei quali si inseriscono le foglie.
O
Oblungo - Di forma allungata, cioè più lungo che largo.
Ombrella - cfr. Infiorescenza
Opposte - cfr. Foglia
Ovale, ovata - cfr. ill. Foglia
Ovario - Organo formato dai carpelli, racchiude gli ovuli (cfr.)
Ovulo - Cellula sessuale femminile che, racchiusa nell'ovario o nel carpello, dopo la fecondazione si muta in seme (cfr.).
P
Palmate - cfr. Foglia
Pannocchia - cfr. Infiorescenza
Pappo - Ciuffo o corona all'apice del frutto di alcune piante, formato da peli spesso dentellati o piumosi che rendono possibile la propagazione ad opera del vento (es.: il "soffione" del Tarassaco).
Patente - Disposizione, orizzontale o quasi, dei rami chd formano un angolo retto con il fusto.
Peduncolato - Munito di un asse destinato a sostenere il fiore o il frutto o la foglia. E' il contrario di sessile.
Peli - Escrescenze delle cellule epidermiche della pianta. Differiscono per forma e struttura.
Pennate - cfr. ill. Foglia
Perenne - Pianta che sopravvive per più anni, almeno più di due.
Perianzio - cfr. Fiore
Perigonio - cfr. Fiore
Petali - Fiore Pianta (Fanerogama) - Organismo che, di norma, è sprovvisto di clorofilla e che può sintetizzare composti organici a partire da sostanze inorganiche. E' generalmente articolata nel fusto, spesso ramificato, che è rivolto verso la luce e regge superfici assimilatorie più ampie possibili (le foglie) e fiori, e in un sistema radicale sotterraneo, che serve ad ancorarala al suolo e che, nel caso di piante terrestri, sovrintende anche all'assorbimento dell'acqua. A seconda del ciclo vitale, le piante si distinguono in erbe e arbusti (o frutici): le prime possono essere annue o perenni, ma fioriscono e fruttificano una sola volta, dopodichè muoiono; i secondi vivono per più anni, fiorendo e fruttificando ogni anno.
Rappresentazione Grafica schematica di una Pianta
Rappresentazione schematica di una Pianta
Le piante legnose hanno fusti significati e vengono dette arbusti o alberi secondo l'assenza o la presenza evidente di un tronco.
Picciolo - Parte assile della foglia posta tra la lamina ed il ramo che la sostiene.
Pistillo - cfr. Fiore
Polline - L'insieme dei granuli pollinici che si formano in gran numero nelle sacche polliniche degli stami.
Prostrato - Fusto che si allunga sul terreno senza produrre radici.
R
Racemo - cfr. Infiorescenza
Radice - Organo atto a fissare la pianta al substrato e ad assorbire gli elementi allo stato di soluzione.
Reniforme - cfr. ill. Foglia
Rizoma - Fusto sotterraneo con funzione di organo di riserva. Può strisciare sulla superficie del terreno oppure, più frequentemente, si sviluppa sottoterra. Da esso si staccano verticalmente verso il basso le normali radici.
Rappresentazione Grafica del Rizoma
Rizoma
a. Gemma del nuovo germoglio
b. c. Cicatrici dei germogli sviluppatisi negli anni precedenti
d. Radici
Rosetta fogliare - E' l'insieme delle foglie addensate su un fusto assai raccorciato.
S
Scapo - Fusto privo di foglie (o al più fornito di brattee) che regge i fiori e s'innalza da una rosetta fogliare.
Segmenti - Le parti in cui è divisa una foglia setta o composta.
Seme - Unità disseminativa delle Fanerogame (così sono dette le piante che fanno i fiori) che risulta dalla trasformazione di un ovulo fecondato e consiste in un embrione e in un tessuto nutritivo (parenchima) circondati da tegumento.
Sepali - cfr. Fiore
Sericeo - Coperto di peli fini e lucenti.
Sessile - Senza peduncolo.
Spatolata - cfr. ill. Foglia
Specie - Unità fondamentale del sistema vegetale ed animale. In una specie sono riuniti quegli individui che hanno in comune l'uno con l'altro le caratteristiche essenziali, si possono fecondamene incrociare ed hanno un areale definito.
Specie endemiche (o Endemismi) - Organismi che compaiono soltanto in una ben delimitata regione.
Spiga - cfr. Infiorescenza
Stami - cfr. Fiore
Stazione - L'insieme delle condizioni climatiche ed edafiche (cioè nutrizionali) del suolo che consentono ad una specie vegetale di vivere, conservarsi e riprodursi in un determinato ambiente.
Stelo - Fusto epigeo non legnoso formato da segmenti (detti internodi) collegati da nodi sovente ispessiti.
Stipole - Appendici fogliacee sessili, per lo più piccole, che si sviluppano a coppie all'intersezione fogliare di molte piante.
Stolone - Ramo laterale strisciante che ai nodi emette radici e germogli, provvedendo così alla riproduzione vegetativa della pianta.
Stolone
Stolone Strisciante - Ramo che aderisce al terreno emettendo radici.
T
Tepali - cfr. Fiore
Terminale - Organo situato all'estremità di un altro.
Tormentoso - Coperto di lunghi peli cotonosi, morbidi e folti.
U
Unisessuale, unisessuato - Fiore che presenta soltanto organi sessuali maschili o femminili. Gli organi sessuali mancanti si trovano in altri fiori: se questi sono sulla stessa pianta, questa si dice monoica; se sono su individui diversi, la pianta è dioica.
V
Verticillate: cfr. Foglia
Z
Zone vegetazionali - La vegetazione italiana può essere divisa, molto sommariamente, nelle seguenti zone:
Mediterranea: dalla riva del mare fin dove cresce l'Ulivo (fino a 800mt.);
Padana: la pianura fino a circa 300 mt.
Submontana: in cui crescono la Quercia ed il Castagno (300-1.000 mt.);
Montana: in cui crescono il Faggio e le Conifere (fino a 1.500-1.800 mt., nelle nostre zone);
Subalpina: caratterizzata da boschi naturali di Conifere (fino a circa 2.000 mt nelle Alpi Meridionali);
Alpina: al di sopra del limite arboreo, giunge a quote comprese tra 2.200 e 3.000m
Gemma - Abbozzo di un nuovo asse vegetativo, costituito da tessuto embrionale, protetto durante la stagione avversa da foglie variamente trasformate. Può essere terminale, cioè all'estremità di fusti o rami, oppure ascellare, cioè situata all'ascella fogliare.
Ghiandole - Cellule od organi che secernono i prodotti del metabolismo. Questi sono spesso oli essenziali o resine, ma anche altre sostanze vischiose o mucillaggini. Se peduncolati, tali organi sono detto peli ghiandolari.
Glabro - Privo di peli. Guaina fogliare - Parte inferiore di una foglia (base e spesso anche picciolo) che avvolge il fusto.
I
Imparipennata - cfr. ill. Foglia
Infiorescenza - Segmento caulinare con più fiori, senza foglie o con brattee. La spiga è composta da fiori sessili (senza peduncolo) che si inseriscono sull'asse principale: può essere corta e densa o lunga e lassa. Spighe sono anche gli amenti, che sono formati da fiori unisessuali. (es.: Nocciolo).
Il grappolo (o racemo) è composto da fiori peduncolati i cui peduncoli non sono ramificati. La pannocchia è un grappolo composto in cui gli assi secondari inseriti sul principale sono multiflori e spesso più volte ramificati.
L'ombrella è costituita da fiori i cui peduncoli hanno quasi uguale lunghezza e si dipartono da uno stesso punto; spesso un involucro circonda la base dei peduncoli, detti raggi, dell'ombrella. Non di rado le ombrelle sono composte. Il capolino è costituito da numerosi fiori che si inseriscono densi con corto peduncolo o sessili alla fine dell'asse principale.
L'infiorescenza Le infiorescenze sinora citate hanno un asse principale non ramificato e sono perciò dette racemose (monopodiali). Le infiorescenze, con molti assi derivanti l'uno dall'altro, che concludono la loro crescita con un fiore, sono dette cimose.
Vi sono molte altre forme intermedie di difficile identificazione, come per es., il corimbo.
Infruttescenza - L'insieme dei frutti derivanti da un'infiorescenza.
Intera - cfr. ill. Foglia
Internodo - Tratto di fusto o ramo compreso tra due nodi consecutivi.
L
Labiata - Dicesi di corolla con forma simile a quella delle labbra.
Rappresentazione Grafica della Labiata
Labiata
Lacinia - Segmento stretto e allungato.
Laciniato - Terminante sul margine in lacinie, come per es., i petali di molte specie di Garofano.
Lamina fogliare (o lembo fogliare) - cfr. Foglia
Lanceolata - A forma di lancia. Cfr. Foglia
Ligula - Appendice dei fiori periferici delle Composite simulante petalo (es.: la parte bianca dei fiori delle Margherite).
Lineare - Organo allungato, con margini paralleli.
Lobate - cfr. Foglia
Lobo - Parte di un petalo o di una foglia circoscritta da incisioni.
M
Megaforbieto - Associazione caratteristica di zone umide ed ombrose, costituita da piante che normalmente sviluppano ricca vegetazione erbacea (letteralmente significa "grandi erbe").
Monoica - Pianta con fiori unisessuati, cioè si maschili che femminili, sul medesimo fusto. Contrario di dioica.
Mucillaggini - Sostanze prodotte dai vegetali spesso con funzioni di protezione. In genere formano strati che si sovrappongono e si uniscono alle pareti primitive del vegetale.
Mucronato - Terminante all'apice con una punta dura.
Nervature, nervi fogliari - Vasi conduttori che vanno dal picciolo alla lamina e servono al trasporto di acqua e sostanze, cfr. Foglia.
Nettare - Liquido zuccherino secreto da parte della pianta, specie nel fiore, e succhiato dagli insetti.
Nettari - Ghiandole o tessuti che secernono il nettare.
Nodi - Punti del fusto nei quali si inseriscono le foglie.
O
Oblungo - Di forma allungata, cioè più lungo che largo.
Ombrella - cfr. Infiorescenza
Opposte - cfr. Foglia
Ovale, ovata - cfr. ill. Foglia
Ovario - Organo formato dai carpelli, racchiude gli ovuli (cfr.)
Ovulo - Cellula sessuale femminile che, racchiusa nell'ovario o nel carpello, dopo la fecondazione si muta in seme (cfr.).
P
Palmate - cfr. Foglia
Pannocchia - cfr. Infiorescenza
Pappo - Ciuffo o corona all'apice del frutto di alcune piante, formato da peli spesso dentellati o piumosi che rendono possibile la propagazione ad opera del vento (es.: il "soffione" del Tarassaco).
Patente - Disposizione, orizzontale o quasi, dei rami chd formano un angolo retto con il fusto.
Peduncolato - Munito di un asse destinato a sostenere il fiore o il frutto o la foglia. E' il contrario di sessile.
Peli - Escrescenze delle cellule epidermiche della pianta. Differiscono per forma e struttura.
Pennate - cfr. ill. Foglia
Perenne - Pianta che sopravvive per più anni, almeno più di due.
Perianzio - cfr. Fiore
Perigonio - cfr. Fiore
Petali - Fiore Pianta (Fanerogama) - Organismo che, di norma, è sprovvisto di clorofilla e che può sintetizzare composti organici a partire da sostanze inorganiche. E' generalmente articolata nel fusto, spesso ramificato, che è rivolto verso la luce e regge superfici assimilatorie più ampie possibili (le foglie) e fiori, e in un sistema radicale sotterraneo, che serve ad ancorarala al suolo e che, nel caso di piante terrestri, sovrintende anche all'assorbimento dell'acqua. A seconda del ciclo vitale, le piante si distinguono in erbe e arbusti (o frutici): le prime possono essere annue o perenni, ma fioriscono e fruttificano una sola volta, dopodichè muoiono; i secondi vivono per più anni, fiorendo e fruttificando ogni anno.
Rappresentazione Grafica schematica di una Pianta
Rappresentazione schematica di una Pianta
Le piante legnose hanno fusti significati e vengono dette arbusti o alberi secondo l'assenza o la presenza evidente di un tronco.
Picciolo - Parte assile della foglia posta tra la lamina ed il ramo che la sostiene.
Pistillo - cfr. Fiore
Polline - L'insieme dei granuli pollinici che si formano in gran numero nelle sacche polliniche degli stami.
Prostrato - Fusto che si allunga sul terreno senza produrre radici.
R
Racemo - cfr. Infiorescenza
Radice - Organo atto a fissare la pianta al substrato e ad assorbire gli elementi allo stato di soluzione.
Reniforme - cfr. ill. Foglia
Rizoma - Fusto sotterraneo con funzione di organo di riserva. Può strisciare sulla superficie del terreno oppure, più frequentemente, si sviluppa sottoterra. Da esso si staccano verticalmente verso il basso le normali radici.
Rappresentazione Grafica del Rizoma
Rizoma
a. Gemma del nuovo germoglio
b. c. Cicatrici dei germogli sviluppatisi negli anni precedenti
d. Radici
Rosetta fogliare - E' l'insieme delle foglie addensate su un fusto assai raccorciato.
S
Scapo - Fusto privo di foglie (o al più fornito di brattee) che regge i fiori e s'innalza da una rosetta fogliare.
Segmenti - Le parti in cui è divisa una foglia setta o composta.
Seme - Unità disseminativa delle Fanerogame (così sono dette le piante che fanno i fiori) che risulta dalla trasformazione di un ovulo fecondato e consiste in un embrione e in un tessuto nutritivo (parenchima) circondati da tegumento.
Sepali - cfr. Fiore
Sericeo - Coperto di peli fini e lucenti.
Sessile - Senza peduncolo.
Spatolata - cfr. ill. Foglia
Specie - Unità fondamentale del sistema vegetale ed animale. In una specie sono riuniti quegli individui che hanno in comune l'uno con l'altro le caratteristiche essenziali, si possono fecondamene incrociare ed hanno un areale definito.
Specie endemiche (o Endemismi) - Organismi che compaiono soltanto in una ben delimitata regione.
Spiga - cfr. Infiorescenza
Stami - cfr. Fiore
Stazione - L'insieme delle condizioni climatiche ed edafiche (cioè nutrizionali) del suolo che consentono ad una specie vegetale di vivere, conservarsi e riprodursi in un determinato ambiente.
Stelo - Fusto epigeo non legnoso formato da segmenti (detti internodi) collegati da nodi sovente ispessiti.
Stipole - Appendici fogliacee sessili, per lo più piccole, che si sviluppano a coppie all'intersezione fogliare di molte piante.
Stolone - Ramo laterale strisciante che ai nodi emette radici e germogli, provvedendo così alla riproduzione vegetativa della pianta.
Stolone
Stolone Strisciante - Ramo che aderisce al terreno emettendo radici.
T
Tepali - cfr. Fiore
Terminale - Organo situato all'estremità di un altro.
Tormentoso - Coperto di lunghi peli cotonosi, morbidi e folti.
U
Unisessuale, unisessuato - Fiore che presenta soltanto organi sessuali maschili o femminili. Gli organi sessuali mancanti si trovano in altri fiori: se questi sono sulla stessa pianta, questa si dice monoica; se sono su individui diversi, la pianta è dioica.
V
Verticillate: cfr. Foglia
Z
Zone vegetazionali - La vegetazione italiana può essere divisa, molto sommariamente, nelle seguenti zone:
Mediterranea: dalla riva del mare fin dove cresce l'Ulivo (fino a 800mt.);
Padana: la pianura fino a circa 300 mt.
Submontana: in cui crescono la Quercia ed il Castagno (300-1.000 mt.);
Montana: in cui crescono il Faggio e le Conifere (fino a 1.500-1.800 mt., nelle nostre zone);
Subalpina: caratterizzata da boschi naturali di Conifere (fino a circa 2.000 mt nelle Alpi Meridionali);
Alpina: al di sopra del limite arboreo, giunge a quote comprese tra 2.200 e 3.000m
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